“Non è mia intenzione fare causa alla Triangle. Sono convinto che i produttori sono dei signori e che onoreranno sicuramente gli impegni presi, almeno parzialmente”. Continua il “mugugno” dei mancati - concorrenti per la mancata messa in onda del discusso reality “La Tribù”: “ Il programma - ha dichiarato Emanuele Filiberto di Savoia a “Vero” - non ha preso il via perché non è stato ottenuto il ponte satellitare tra Italia e India. Non voglio dare la colpa a nessuno, ma forse le cose sono state prese un po' troppo alla
leggera. Non ci si è resi conto di quanto fosse difficile effettuare delle riprese in un Paese molto protezionista e che si vuole dare all'avanguardia come l'India. Comunque non lo so e non mi interessa. Ciò che conta è che non ci andrò. Ho già voltato pagina”.
OCCASIONI SPRECATE Il principino aveva preso sul serio la partecipazione al reality (“Ho rifiutato anche di prendere parte alla prossima edizione dell' ”Isola dei famosi". Avevo accettato di andare in India soltanto perché ritenevo che quella fosse un' esperienza molto interessante”) e per l’occasione aveva rifiutato offerte interessanti: “Avendo firmato il 15 agosto un contratto di esclusiva con la società di produzione televisiva Triangle, mi sono bloccato professionalmente e ho dovuto rinunciare ad altre proposte di lavoro. Come quella di affiancare Mily Carlucci a “Miss Italia”. E poi ho annullato una pubblicità per una' società di telecomunicazioni e ho rinunciato a fare altre trasmissioni come “Domenica 5”. Anche se a dire il vero quest'ultima rimane .ancora una situazione aperta”.
Alla fine il mancato viaggio non è una tragedia (“Infatti con il produttore Bibi Ballandi sto già preparando “Manuale d'amore”, una trasmissione che dovrei condurre a gennaio sulla Rai. Inoltre sto programmando la promozione di “C'era una volta un principe”, il libro che ho appena pubblicato e nel quale mi racconto”) e si potrebbero aprire sbocchi professionali inaspettati: “Ho ricevuto anche delle proposte per fare uno show in Francia e uno in Inghilterra. E tutto questo parallelamente agli impegni che ho con la mia linea di moda
“Principe d'Italia”...”.

“Ero in India per festeggiare l'inizio della “Tribù”. Mi sono ritrovato con il programma cancellato senza un vero motivo e un mucchio di bugie sul mio conto. Tutto falso. II satellite c'era. I ritardi burocratici, invece, sono interamente attribuibili a Rti”. Si infittisce il mistero attorno a “La Tribù”: per mille problemi il reality non è andato in onda, ma quello ufficiale del mancato collegamento dei satelliti potrebbe non essere quello vero: “Credo – ha dichiarato Silvio Testi della “Triangle” a “TvOggi” - che ci sia qualcosa sotto. Probabilmente si sono pentiti di questo reality e hanno cercato di liberarsene. Ma non possono farlo incolpando me di negligenza. Ho la coscienza tranquilla. Sono stato, professionale nonostante fin dall'inizio siano state cambiate le carte in tavola”.
LA TALPA NO Per Testi (tra l’altro marito di Lorella Cuccarini) qualcosa non andava dall’inizio: “A febbraio sono stato incaricato da Mediaset di lavorare alla nuova edizione di “La Talpa”. Il 22 giugno però una loro delegazione è venuta a Roma annunciandomi che, per motivi interni, La Talpa non si poteva più fare: Non hanno voluto darmi spiegazioni in merito, ma mi hanno chiesto di organizzare un altro reality proponendomi una serie di format.,Non trovandoli soddisfacenti perché uguali ad, altri già in onda, ho proposto La Tribù. A loro è piaciuto, così siamo partiti con l'organizzazione. Da subito però ho messo in chiaro le cose. C'erano solo due mesi 'per preparare tutto per cui, entro la prima settimana di agosto, avrei dovuto ricevere da loro l'elenco del cast completo. Da contratto quello è l'unico aspetto di cui si doveva occupare Mediaset”.
POCA VOGLIA L’elenco però “mi è stato consegnato il 10 settembre. Una settimana prima della messa in onda. A tutto ciò c'è da aggiungere il fatto che la concorrente Samya Abbary ha commesso un errore nel questionario dimenticando di segnalare la sua cittadinanza marocchina. Questo ha ulteriormente rallentato il rilascio dei visti” e nonostante tutto “La Triangle è riuscita comunque a fare miracoli rivolgendosi all'ambasciata indiana, al nostro ministero degli Esteri e alle autorità locali”.

“Dopo mille posticipazioni (tre settimane di "si parte-non si parte più"), ci ha chiamato la produzione alle dieci di sera di giovedì 24 settembre. Notare che saremmo dovuti partire il 23, ovvero il giorno prima, poi posticipato ancora al 30 settembre. E invece no, cambio di programma: tutto cancellato”. Vittorio Marcelli è deluso dalla mancata messa in onda del contestato e sfortunato (prima di nascere) reality “La Tribù”: “Il clima fra i concorrenti - ha dichiarato a “Top” - è tesissimo. Sono tutti delusi e furiosi e minacciano di andare per avvocati. Verrà fuori proprio un bel polverone ... Il più nero è il principe Emanuele Filiberto, che chiarirà la situazione anche attraverso i suoi legali”.
Il motivo ufficiale dell’addio al progetto è stato che “Il governo indiano non concede alla produzione di utilizzare la rete satellitare”, ma ormai il tempo è stato perso e per molti sono sfumate importanti occasioni: “Ci hanno tenuto in ballo molto di più di tre settimane! Tra incontri e corsi di sopravvivenza, è stato un iter lungo e molto pesante. Molti di noi per partecipare al reality hanno rinunciato ad altre proposte di lavoro interessanti e ben remunerate”.
Vittorio ha deciso di tornare a surfare (“Torno a Maui a fare surf. Deluso o no, non lascio certo il mio primo amore. E chissà che tra le onde mi passi la rabbia”), in attesa di scoprire la sua strada nel mondo dello spettacolo: “Ho già dei progetti per il cinema comico, ma non c'è nulla di sicuro. So solo che sarà sullo stile dei film di Massimo Boldi e Christian De Sica, per intenderci. Appena saprò qualcosa di più, lo saprete per primi”.

Dopo mille tiramolla, La Tribù-Missione India non si farà più, questo è ormai assodato. Così come la polemica che ne è seguita tra Mediaset e la Triangle Production di Testi, dove era un continuo rimbalzarsi la patata bollente della responsabilità.

In tutto questo marasma, chi è passato in secondo piano sono stati i veri penalizzati dal fattaccio ovvero i concorrenti. Che, come ci si poteva aspettare, cominciano ad alzare la testa e a rilasciar interviste in cui lamentano il danno, le mille occasioni perse e carriere rovinate. A partire da Emanuele Filiberto, che in una intervista a Tv Sorrisi e Canzoni racconta: «Ho rinunciato ad andare a Miss Italia, da Salemme e a fare uno spot, perché a questo programma ci credevo veramente».

AncheElenoire Casalegno, che coi reality deve avere un brutto rapporto, visto che già la sua partecipazione alla Fattoria era saltata all’ultimo, si sfoga su Sorrisi: «Ho detto di no a serate, convention, a un programma che doveva partire su Sky a ottobre. Speriamo almeno di recuperarlo. È un bel danno, ho una figlia da mantenere». E Siria De Fazio, la mangiatrice di fuoco, ex concorrente del Grande Fratello, si aggiunge al coro: «È un disastro. Sono stata ferma per due mesi, ho annullato serate e ospitate. Adesso frequenterò la scuola di acrobati di Moira Orfei”.

Mancano all’appello Nina Moric, che proprio per la Tribù aveva mollato di punto in bianco lo spettacolo teatrale con Gianfranco D’Angelo, scatenando non poche polemiche, soprattutto da parte dell’attore e della produzione (e che tra l’altro non perde occasione per lamentarsi che l’ex marito non le dà un lira per il figlio), e tutto questo dopo il flop di Bellissima. In poche parole, da Corona in poi, un vero periodaccio per lei. E poi ancora Vittorio Marcelli, sempre ex Gf9, che non vedeva l’ora di "circondarsi di tutto il ben di Dio del cast", Matteo Cambi, per il quale questa poteva essere l’occasione del riscatto e, parole sue, "un modo per fari finalmente conoscere dagli italiani, in una luce diversa, non solo legata agli scandali e ai problemi di droga".

Insomma, più che un reality come un altro questo, almeno sulla carte, sembrava davvero un ricettacolo di bisognosi pronti al riscatto. Cui, Mediaset o Triangle che siano, hanno inferto un brutto colpo. Suggeriamo l’immediato concepimento di un nuovo format, per tutti loro: "Quelli che...non partono più".

«Ho già dato il contratto in mano al mio avvocato. Non è solo una questione di cachet, ma anche di danno di immagine». Da La Tribù al tribunale. Dopo la cancellazione del reality di Canale 5, Vittorio Marcelli annuncia l'intenzione di dare battaglia in un'intervista al settimanale Diva e donna, diretto da Silvana Giacobini, in edicola domani. L'ex gieffino si consolerà con la commedia che girerà a inizio 2010: «Sono sotto contratto con Mediaset fino a dicembre compreso -spiega Marcelli- dopo, sperando che tutto vada come deve andare, c'è in programma questo film comico italiano».

È guerra tra Mediaset e la Triangle di Silvio Testi, il produttore del reality «La Tribù -Missione India» cancellato prima della partenza. Lo rivela «Tv Sorrisi e Canzoni» in edicola domani. Mediaset annuncia che si riserva «ogni inziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti». Niente Tribù, quindi, per i 13 concorrenti del reality. Che a «Sorrisi» raccontano quanto danno questa mancata partenza ha creato alla loro vita professionale. Emanuele Filiberto di Savoia: «Ho rinunciato ad andare a Miss Italia, da Salemme e a uno spot perché alla Tribù ci credevo». Elenoire Casalegno: «Ho detto no a serate, convention e a un programma che doveva partire su Sky a ottobre: speriamo di recuperarlo. È un bel danno, ho una figlia da mantenere». Siria De Fazio: «È un disastro. Sono stata ferma per due mesi, annullato serate e ospitate. Il mio futuro? Frequenterò la scuola di acrobati di Moira Orfei.

Niente reality. "La tribù-Misssione in India" non si farà, ma il sipario anziché calare si alza per una vera e propria guerra tra Mediaset e la Triangle Production, la società che doveva produrre il programma. Primo atto, il comunicato emesso da Cologno Monzese: "E’ stato superato ogni limite ragionevole di ritardo da parte del produttore indipendente Triangle Production. Scadeva ieri infatti il termine ultimo entro il quale la produzione avrebbe dovuto mettere Mediaset in condizione di mandare in onda la trasmissione. Ma questo non è avvenuto, rendendo così oggettivamente impossibile, dopo diverse settimane di ritardo, l’inserimento di un programma di prima serata all’interno di un palinsesto già pianificato. Mediaset è solidale con Paola Perego e la ringrazia per la professionalità con cui ha partecipato alla preparazione del programma. Ed esprime gratitudine sia a coloro che avevano accettato con entusiasmo di partecipare alla Tribù in veste di protagonisti, dall’inviato ai concorrenti, sia al proprio personale, inutilmente gia’ sul posto da un mese, che ora sarà fatto rientrare in Italia. Alla luce del grave danno subito Mediaset si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti".

LA TRIANGLE NON CI STA... Mediaset, dunque, annuncia lo stop al programma e iniziative legali. Ma la Triangle Production replica subito: "Il cast finale è stato consegnato da Mediaset il 10 settembre procurando irrimediabili ritardi a tutte le pratiche amministrative in corso. Malgrado ciò, Triangle ha completamente realizzato, addirittura prima dei tempi previsti, tutto ciò che rientrava nelle proprie obbligazioni contrattuali… Pertanto Triangle production si ritiene in questa vicenda parte assolutamente diligente e vittima di conseguenze derivanti da comportamenti e fatti ascrivibili esclusivamente a Rti. A questo proposito si riserva ogni azione in ogni sede a tutela dei propri diritti...".

CHE BARUFFA...! Altro che danni pro-Mediaset, la Triangle si sente danneggiata dalla medesima (sezione Rti). E tutto sommato ha ragione chi ha proposto di fare un reality su questa baruffa dietro le quinte. Va infatti considerato che tra i veri danneggiati, c'è il personale della Triangle, che teme di veder azzerati gli stipendi già programmati per la produzione del reality dall'India.

Salta definitivamente, dopo vari rinvii, il nuovo reality di Canale 5 La Tribù - Missione India. Ne dà notizia ufficiale Mediaset spiegando che «essendo stato superato ogni limite ragionevole di ritardo, Mediaset ha comunicato ufficialmente al produttore indipendente Triangle Production, incaricato della realizzazione di La Tribù-Missione India, di essere costretta a rinunciare al programma e quindi a cancellarlo dal palinsesto di Canale 5». Scadeva ieri, spiega Mediaset, il termine ultimo entro il quale la produzione avrebbe dovuto mettere Mediaset in condizione di mandare in onda la trasmissione. «Ma questo non è avvenuto, rendendo così oggettivamente impossibile, dopo diverse settimane di ritardo, l'inserimento di un programma di prima serata all'interno di un palinsesto già pianificato».
Mediaset si definisce «solidale con Paola Perego e la ringrazia per la professionalità con cui ha partecipato alla preparazione del programma. Ed esprime gratitudine sia a coloro che avevano accettato con entusiasmo di partecipare alla Tribù in veste di protagonisti, dall'inviato ai concorrenti,sia al proprio personale, inutilmente già sul posto da un mese, che ora sarà fatto rientrare in Italia». Infine, Mediaset, «alla luce del grave danno subito, si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti».

Non c'è pace per "La Tribù - Missione India", il nuovo reality di Canale 5. Dopo i vari annunci di messa in onda e i vari posticipi, la trasmissione, che dovrebbe essere condotta da Paola Perego, è sempre più in forse. Pare che uno dei motivi del temporeggiamento sia dovuto alle difficoltà ad ottenere i visti per le riprese. A rivelarlo è il settimanale "Diva e donna", diretto da Silvana Giacobini, in edicola mercoledì. I concorrenti dovrebbero interagire con una popolazione primitiva della regione di Goa, e darebbero così un'immagine arretrata del Paese orientale, in piena ascesa economica. A questo punto la messa in onda del programma di Paola Perego, annullata anche la data del 23 settembre, è sempre più in dubbio, tanto che alcuni protagonisti starebbero vagliando la possibilità di lasciare (per parteciparvi molti di loro hanno rinunciato ad altri impegni lavorativi, come Emanuele Filiberto di Savoia che ha detto no ad alcuni spot tv).

“Ma quale cachet sontuoso! Per avermi a “La Tribù” è bastato che abbiano formato un cast di donne bellissime. In più, mi hanno permesso di portare a Goa la tavola da surf. Che oltre alle donne è tutta la mia vita”. Pronto per partire alla volta del nuovo (ennesimo) reality Vittorio Marcelli smentisce le voci di un “supercachet” da parte della produzione per convincerlo a partecipare: “Se mi avessero proposto un altro reality - ha dichiarato a “Top” - non avrei accettato. Ma questo è fatto apposta per me. E’ tutta la vita che sogno di andare in India. E poter scoprire le abitudini di una tribù locale lo considero un privilegio. E poi vi confesso che, mentre stai giocando, gli altri concorrenti diventano tutto il mondo e ti attacchi loro in maniera viscerale. Lo consiglio a tutti, per mettersi alla prova veramente con sé stessi”
CI PROVO CON TUTTE Benché a partire con lui ci sia solo un’amica (“Al di là di Siria De Fazio, non ho mai avuto a che fare con nessuno di loro. Ci siamo incontrati per gli impegni di rito, ma nulla di più. Sono personaggi che occupano le pagine dei settimanali, ma alla fine nessuno di noi comuni mortali sa nulla di loro”), Vittorio è pronto a conquistare donne (“Nina Moric è dolce e bellissima. Ma penso che ci proverò con tutte. Alla fine, forse per sfinimento almeno una dovrà cedere”) e uomini: “Matteo Cambi è un ragazzo che ha sofferto tanto. Spero che diventeremo grandi amici. Perché a pelle sento che abbiamo molte cose in comune”.
FALSI AMICI Gli ex coinquilini non sono gelosi (“Ognuno di noi, dopo il GF ha avuto le sue possibilità. Io non sono invidioso di loro. Mi hanno chiamato per farmi un grosso in bocca al lupo Alberto Scrivano, col quale è rimasta una bellissima amicizia, Cristina Del Basso e Roberto Salvi. Alla fine sono loro tre le persone con cui ho mantenuto un rapporto più stretto”), anche se qualcuno ha finto di essere amico per sfruttare la situazione: “Con Gianluca Zito una volta finito il reality non ci siamo più sentiti. Evidentemente la sua non era una vera amicizia, ma solo per accaparrarsi voti da casa. Non solo è sparito da me, ma anche da Alberto”.